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Analisi

Milan-Pioli: si decide il futuro

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MILANO – L’avventura di Stefano Pioli sulla panchina del Milan, iniziata lo scorso autunno dopo l’esonero di Marco Giampaolo ed il tentativo fallito della dirigenza rossonera con Luciano Spalletti, potrebbe terminare il prossimo 30 giugno nonostante un contratto che sembra blindare il tecnico emiliano ed escludergli brutte soprese. Non è un mistero, infatti, che Pioli sia stato poco più di un rincalzo quando Boban, Maldini e Massara si sono resi conto (tardi, peraltro) di non poter più proseguire col vecchio allenatore ed hanno avuto in mano il sì di Spalletti senza però considerare gli ostacoli posti dall’Inter che non ha liberato il tecnico toscano, favorendo così l’avvento di Pioli a Milanello.

Obiettivi

Il Milan (anche in questo caso va detto, meglio tardi che mai) ha capito che per consentire alla compagine rossonera di tornare competitiva ad alti livelli è necessario ingaggiare un allenatore di primissima fascia che porti nello spogliatoio esperienza, mentalità vincente e capacità di innalzare la quota tecnica e mentale del gruppo. Difficile se non impossibile, però, arrivare a nomi come Allegri o Guardiola, motivo per cui gli stati generali milanisti devono trovare soluzioni alternative per reperire allo stesso tempo tutti i requisiti richiesti nel nuovo allenatore che, salvo sorprese, non sarà Stefano Pioli il cui destino appare segnato a meno di un clamoroso quarto posto che potrebbe essere la sua unica speranza di conservare il posto a Milano.

Scelte

Difficile che l’ex tecnico di Lazio e Bologna possa essere il punto da cui ripartire il prossimo anno, perché al Milan la stagione 2020-2021 dovrà essere per forza di cose quella del rilancio, del riscatto definitivo dopo anni di promesse non mantenute e soldi spesi male. A Pioli non si rimprovera tanto il lavoro e la gestione del gruppo, quanto un livello di carisma e mentalità a cui il Milan vuole e deve accedere a partire da luglio, ovvero ciò che ha fatto la scorsa estate l’Inter affidandosi ad Antonio Conte che ha preteso un certo tipo di calciatori ed instaurato nello spogliatoio nerazzurro un modo di pensare che da quelle parti non si respirava da una decina d’anni.

Idee

La dirigenza milanista sta ragionando sul possibile successore di Pioli già ora: il nome che maggiormente Boban e Maldini rincorrono è quello di Massimiliano Allegri che però è, come detto, assai complicato da raggiungere, sia per questioni economiche, sia per concorrenza europea e sia per ambizioni del tecnico toscano. Di seguito ecco il tedesco Rangnick (ex tecnico del Lipsia), accostato pesantemente alla panchina rossonera dalla stampa della Germania negli ultimi giorni e che appare il candidato numero uno nonostante la già citata preferenza per Allegri; Rangnick potrebbe essere una soluzione simile a quella adottata dalla Roma con Fonseca e soddisferebbe anche la proprietà, data l’ottima impronta del tedesco a lavorare coi giovani. Simone Inzaghi e Gasperini sono infine le valutazioni italiane, stuzzicanti ma per le quali non sono stati ancora effettuati che superficiali sondaggi.

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