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Analisi

Theo Hernandez, il bene e il male del nuovo Milan

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MILANO – Ancora più giovane e col monte ingaggi ancora più basso: è questo il Milan che Ivan Gazidis è pronto a costruire a partire dalla prossima stagione. Dopo il fallimento delle ultime due annate e le continue rivoluzioni tecniche, l’amministratore delegato sudafricano vuol fare tutto di testa sua, affidandosi ad una dirigenza da lui scelta ed attuando quel tetto salariale che, secondo lui, porterà il club milanese fuori dal pantano e pronto a riprendersi fama, blasone e vittorie prima di essere venduto dal fondo Elliott ad un nuovo proprietario.

Complicazioni

Peccato che, come afferma il famoso detto, fra il dire il fare ci sia di mezzo il mare, perchè il piano che Gazidis ha in mente è di difficile realizzazione, non tanto dal punto di vista economico (il taglio degli stipendi andrebbe effettivamente ad aiutare le casse milaniste), quanto da quello sportivo. Elementi che sembrano andare ognuno in una direzione, ma che alla fine si ritrovano nello stesso deserto, quello di un Milan senza vittorie e, di conseguenza, senza ricavi finanziari. Da qualsiasi lato si giri la medaglia, la faccia è la stessa: un club che non vince non ha introiti e viceversa. Juve docet.

Esempio

La fotografia perfetta del Milan che vuole Gazidis è quella di Theo Hernandez: giovane (23 anni ad ottobre), talentuoso, costato poco e dunque potenzialmente rivendibile come plusvalenza. Ma dove finiscono i lati positivi, ecco affiorare quelli negativi: Hernandez è giovane e dunque pieno di inesperienza, ad esempio è troppo falloso, protesta troppo con gli arbitri e somma ammonizioni spesso inutili ed evitabili. Anche dal punto di vista tattico, il francese palesa ancora evidenti limiti, è prorompente e devastante in fase offensiva, ha segnato anche 5 reti, ma è sovente distratto e confuso quando c’è da difendere.

Problemi

Il terzino rossonero è così alla fine ancora un calciatore dal rendimento alterno, ha bisogno di guide, di accumulare certezze, anche di sbagliare per imparare. Ma chi può insegnarglielo se accanto a lui avrà i suoi stessi “simili” o addirittura elementi più inesperti? Bene che andrà, dunque, il Milan che vuole Gazidis sarà pieno di Theo Hernandez, di calciatori potenzialmente esplosivi ma senza riferimenti che indichino la strada da seguire; e quando si presenterà dinanzi a loro un bivio, il rischio concreto sarà che prenderanno la via sbagliata, con la conseguenza che il Milan, ancora una volta, si ritroverà di fronte all’ennesimo fallimento.

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