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Analisi

Milan: il rinnovo di Kessie va al di là del campo

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MILANO – Franck Kessie è stato l’uomo in più dell’ultima stagione del Milan, forse il simbolo di quella rinascita rossonera che ha portato la squadra di Pioli al secondo posto della classifica e al ritorno in Coppa dei Campioni dopo 7 anni di assenza. L’apporto del centrocampista della Costa d’Avorio è stato fondamentale nel percorso milanista, tanto per gol (rigorista della squadra) quanto per la posizione occupata in campo che gli ha permesso di essere il perno del Milan, grazie ai suoi muscoli, al suo senso della posizione e ad un’intelligenza tattica cresciuta in maniera esponenziale.

Rinnovo

Ed ora il contratto, perché l’accordo economico fra Kessie ed il club rossonero scadrà il 30 giugno 2022, vale a dire che la società rischia di iniziare la stagione con il calciatore africano ad un passo dallo svincolo a parametro zero, proprio come accaduto un anno fa con Calhanoglu e Donnarumma che alla fine non hanno rinnovato e sono stati persi senza incassare neanche un centesimo per i loro cartellini. Un pericolo che il Milan deve imporsi di non correre, anche a costo di mettere l’ivoriano sul mercato subito ed incassare forse meno del suo reale valore ma senza lasciare che si svincoli.

Immagine

Rinnovare il contratto di Kessie diventa così una priorità non solo tecnico tecnica o economica, ma anche di eleganza, di immagine e di credibilità, perché se è vero che Calhanoglu e Donnarumma non si sono comportati da galantuomini coi rossoneri, è altrettanto palese che il Milan non può pensare di portare tutti a parametro zero e perdere i suoi pezzi migliori senza ricevere il becco di un quattrino. Del resto, il centrocampista ivoriano guadagna 2,2 milioni e il raddoppio dell’ingaggio, visto anche il rendimento in campo, non sembra una richiesta così assurda.

Strategia

Il Milan ha il dovere di chiudere il rinnovo di Kessie entro l’inizio della prossima stagione, per non incorrere in spiacevoli e sopra citati deja vù e per non farsi strozzare dai procuratori che, con la scadenza imminente del contratto, potrebbero “ricattare” la società con richieste al limite della sconcezza. Il club rossonero, giustamente, ha tenuto botta con Calhanoglu e Donnarumma, ma dovrà evitare di ritrovarsi in analoghe situazioni, perché va bene il piglio deciso, ma far arrivare a scadenza tutti i calciatori non sembra particolarmente saggio. Le grandi società non si fanno prendere per il collo, giustamente, ma non svalutano neanche tutto il loro patrimonio tecnico ed economico.

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