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Analisi

Quanta maturità questo Milan

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MILANO – Come si è svegliato stamattina un tifoso milanista? Soddisfatto per il pari di Torino con la Juventus e per una classifica ottima? Deluso per una prima parte di gara regalata ai bianconeri? Rammaricato perché alla fine la squadra di Pioli avrebbe potuto addirittura vincerla la partita? Chissà, probabilmente un misto di tutte queste sensazioni, ma con un’unica certezza: il Milan è squadra vera ed ormai grande, non certo perfetta, ma sicuramente in grado di resistere nella lotta per i primi posti fino alla fine del campionato, perché pur al termine di una prestazione non scintillante non ha perso.

Forza

Prova di maturità dei rossoneri, dunque, perché l’avvio arrembante della Juve poteva intimidire il Milan, magari mandarlo al tappeto se dopo essersi disunito avesse buscato pure il raddoppio. E invece la formazione milanista si è pian piano ricompattata, ha fatto persino sfogare l’avversario fin quando non è andato in debito di ossigeno e di benzina, poi lo ha punzecchiato con qualche azione che hanno mandato in confusione la retroguardia di Allegri, bucata a meno di un quarto d’ora dal 90′ dall’incornata di Ante Rebic. E’ mancato solo il colpo dell’1-2, sfiorato da Kalulu e che forse sarebbe stato pure troppo.

Appunti

Qualcosa da rivedere per Pioli in ogni caso rimane: il Milan non deve sentirsi una squadra “borghese” che si presenta allo Juventus Stadium come se andasse al Castellani di Empoli (con tutto il rispetto per i toscani), solo perché la Juve ha un sol punto in classifica. I rossoneri devono mantenere il loro atteggiamento, la loro umiltà che li ha resi grandi; il che, ovviamente, non significa non avere ambizioni, ma conservare quelle caratteristiche che hanno spaventato perfino il Liverpool ad Anfield. Infine gli infortuni, su cui il tecnico non può intervenire: perdere 5-6 giocatori ogni partita, alla lunga non può che penalizzare i rossoneri, per cui ben venga la panchina lunga e il calciomercato.

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