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Analisi

Atalanta-Milan: i rossoneri si iscrivono alla corsa scudetto

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MILANO – Il Milan rientra da Bergamo con 3 punti, una prestazione sontuosa ed una vittoria che come punteggio rende anche meno merito ai rossoneri che hanno dominato in lungo e in largo una partita messa sul 3-0 all’80’ ed ingiustamente riaperta da due casualità e due decisioni arbitrali assai dubbiose con un rigore rivisto al VAR dall’incerto arbitro Di Bello ed un fallo di Zapata su Messias clamorosamente non ravvisato e che ha portato Pasalic a realizzare il 2-3 finale. Poco male, il Milan si porta a casa i 3 punti e si lancia all’inseguimento del Napoli capolista e avanti di 2 lunghezze in classifica.

Coralità

La formazione milanista ha battuto l’Atalanta con le sue stesse armi: il ritmo, l’aggressività, il gioco di squadra e il talento offensivo, tanto che il gol di Calabria è giunto dopo neanche un minuto dal fischio di inizio. Difficile, se non impossibile, trovare un insufficiente nel Milan di Bergamo: Maignan, gol subìti a parte, ha preso tutto, Kjaer e Tomori sono stati impeccabili, Calabria e Theo Hernandez devastanti e protagonisti in tutti e tre i gol, Tonali eccezionale, Rebic e Saelemaekers combattivi, Leao e Brahim Diaz bravi sia in copertura che in fase offensiva, Kessie letteralmente sublime dopo le critiche delle ultime settimane.

Ambizioni

Impossibile, ovviamente, stabilire ad ottobre le gerarchie di un campionato ancora equilibrato, ma appare evidente che il Milan sia ufficialmente accreditato a partecipare alla lotta per lo scudetto, perché vince da grande, perché ha carattere, prestanza fisica, fame ed un’unità di gruppo che poche altri spogliatoi possono vantare in serie A. Inolte, i rossoneri hanno già affrontato due confronti diretti, entrambi in trasferta contro Juventus ed Atalanta, che possono tranquillamente essere considerati due esami superati a pieni voti. 6 vittorie ed un pareggio, il Milan è lì e per restarci.

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